mercoledì 14 aprile 2010

Vissuto cromatico



Il vissuto cromatico riveste un’importanza non trascurabile nell’ambito dell’esperienza individuale e collettiva e occuparsi della visione cromatica,della capacità di percepire i colori, delle modalità d’impiego significa prendersi cura della natura e dell’evoluzione umana.

Già l'uomo primitivo conosceva la potenza espressiva del colore e se ne avvaleva attraverso l'utilizzo di terre colorate, con le quali rappresentava scene di vita e di caccia nelle sue caverne.

I primi colori conosciuti e utilizzati sono stati il rosso (associato al sangue, alle ferite), il giallo (associato alla luce solare), il verde (associato alla vegetazione), il blu (associato al cielo notturno).

Gli antichi Egizi indicavano col medesimo vocabolo iun il “colore” e “l’essere”.

Per questo popolo, la parola ‘colore’ significava “essere”, “essenza”. Questo dimostra come l’esperienza cromatica appartenga intimamente all’esistenza e di come corrisponda alla coloritura emotiva della nostra esperienza, di come essa colori ciò che siamo.

Gli antichi Greci nutrivano un grande interesse per il problema della luce e dei colori. Per i filosofi presocratici, l’universo si riassumeva in quattro colori, che rappresentavano i suoi quattro elementi costitutivi: il nero, (terra); il verde (l’acqua); il rosso (fuoco); il bianco (l’aria).

Non esiste tuttavia alcuna civiltà umana che non abbia fatto uso del colore, come protagonista o complemento essenziale della creazione artistica. Infatti, non solo al colore si associa comunemente l'idea stessa di bellezza, ma anche perché ai colori viene attribuita una vera e propria forza psicologica, se non addirittura magica.

Rousseau considerava i colori come una forma di linguaggio dell’ “anima universale”, come una chiave in grado di aprire la porta di misteri antichi, che possono portare alla comprensione dell’universo.

Nessun commento:

Posta un commento